Come è cambiato il Tennis

Come è cambiato il Tennis


Negli ultimi 40 anni tutti gli sport si sono evoluti, migliorando notevolmente le prestazioni, si sono evoluti attrezzi, metodologie degli allenamenti, l’intensità del gioco, la tecnica, la tattica, la fisicità, l’aspetto mentale, l’alimentazione. Il Tennis è uno degli sport che ha subito molti cambiamenti, abbiamo visto nelle precedenti rubriche come il servizio e la risposta sono cambiati diventando più importanti e prestanti, con diversi modi di preparare, dai piedi, al braccio racchetta, sono aumentate le stesse tipologie di colpi, esistono più prese, più stance, più finali, più spostamenti, oggi non si può insegnare una singola tipologia di colpo.


I maestri iniziarono così a insegnare i diversi tipi di spostamento, che vedremo in un'altra rubrica dedicata al gioco di gambe, le varie stance, closed stance, neutral stance, semi e open stance, cambiando completamente il modo della preparazione del diritto, con la mano non dominante che accompagna il braccio racchetta nelle preparazione semi circolare, con il caricamento del busto spalle, e la torsione delle anche, si arriva ad avere un effetto molla, che aumenta potenza, miglior gioco nelle diagonali, fondamentali nel tennis moderno, oltre ad avere maggior controllo, per una questione di timing e spazio, il primo giocatore che ha portato questa nuova tecnica dell’anticipo dell’anca è Guga Kuerten, siamo nell’era delle nuove prese, con le semi western, con il piatto corde rivolto verso terra, e accelerazioni pazzesche, grazie al polso sbloccato, cosa che non permetteva la presa continental, si inizia a vedere sempre più giocatori con il rovescio a due mani, e stance sempre più aperte, in quanto la velocità aumenta anno dopo anno, siamo nel periodo delle tante tecniche, anni dove il miglior giocatore bimane con tecnica in open stance è stato Andre Agassi, contrapposto ad uno dei migliori di sempre, uno degli ultimi numeri uno al mondo che amava il serve and volley, Pet Sampras.
Arriviamo ai nostri giorni, il vero cambiamento tecnico, sono state le stance, gli spostamenti, le prese, nel tennis di oggi la stance chiusa è usata quasi solo negli spostamenti in avanzamento e nel rovescio ad una mano, l’utilizzo del busto come fase attiva della spinta ha rivoluzionato la tecnica, oltre ai telai sempre più potenti, alle corde sempre più performanti, la parte fisica ha determinato che per giocare a ottimi livelli bisogna essere atleti, pertanto la fisicità ha sviluppato un ruolo fondamentale per il tennis moderno, la visione binoculare, le preparazioni abbreviate, oltre allo split step e alle stance aperte, e all’anticipazione motoria, danno la possibilità di giocare a queste elevate velocità di palla.
I giocatori con il rovescio a due mani saranno sempre più in percentuali, così come l’importanza tattica dei mancini che saranno avvantaggiati essendo di meno e obbligando a cambiare gli schemi e le giocate ai destrorsi. In conclusione con le attuali velocità, in futuro, sempre più alte, i tempi delle preparazioni dovranno esser ridotti, le stance sempre più aperte, l’aspetto fisico e mentale saranno predominanti anche sulla tecnica, ci saranno sempre più giocatori che esprimono potenza ed elasticità muscolare, oltre che grande reattività, in grado di giocare vincenti in equilibrio dinamico, il gioco sarà sempre più aggressivo ad altissime intensità, la tattica sarà fondamentale acquisirla fin da piccoli, per memorizzare al meglio i propri schemi e capire come si deve giocare in base alle caratteristiche degli avversari, e alle superfici. E’ molto utile ogni tanto per gli allenatori andare a vedere tornei e partite dei migliori Junior al mondo, perché possono essere i precursori delle nuove tecniche e tattiche, grazie alla loro creatività e inconsapevolezza nel provare nuove giocate, che sicuramente di per sé non porteranno alla vittoria di una partita, ma con l’occhio attento di un buon allenatore, si può avere una visione del tennis del futuro.
Non dimenticherò mai un esperienza di grande crescita regalatami dal grande Coach Riccardo Piatti, oltre Montecarlo e Tirrenia, nel 2004 durante una partita di Summer Cup, la Nazionale Italiana giocava contro, la Bulgaria, un nostro allievo Cagliaritano, gioco da numero 1 e vinse contro Dimitrov. Al termine della partita mi chiamo Riccardo, la partita fini 64 64, mi analizzo tatticamente, nei minimi particolari i passaggi e le giocate importanti della partita nei due set, dandomi un enorme insegnamento, ma oltre questo “piccolo” aspetto, la cosa che si evidenziava era che i due ragazzi giocavano molte volte il diritto inside-in da sinistra, sbagliando la scelta, per Riccardo era sbagliato farlo in quella determinata situazione di punteggio, ma secondo lui era corretto come novità tattica, in quanto in futuro si sarebbero viste più giocate con questo colpo, per finire mi disse anche che il Bulgaro che aveva perso dal nostro allievo, era fortissimo e sarebbe diventato un top player. Oggi ancor più di prima è fondamentale per gli allenatori e maestri che lavorano con Junior rimanere aggiornati e confrontarsi, aumenta la motivazione, aumenta il saper emozionare i nostri allievi, e aumentano le competenze.
I maestri non fanno solo cestoni di palle, oggi utilizzando troppo il cesto, gli allievi diventano colpitori di palle, raffinano al meglio la tecnica, ma non sapranno vincere partite. Nel tennis moderno ci sono tanti con una tecnica non soprafine, che sono arrivati nei Top 100, questo a significare che prima viene l’aspetto fisico e mentale, con ottime qualità tattiche, a discapito di qualche imperfezione tecnica. Anche utilizzando troppo il cesto sul lato del campo per esercitazioni tecnico tattiche, si rischia di allenare l’errore, dando continuità dopo ogni singolo errore degli allievi, ecco perche a buon livello, diciamo di seconda categoria, tolto periodi di pulizia tecnica, si usano poche palle negli allenamenti, naturalmente non è possibile fare questo tipo di lavoro nelle scuole tennis, in fase di formazione. Nelle scuole tennis oggi è usato tantissimo il cesto per i lavori con la mano, danno tantissimi vantaggi, sotto l’aspetto del gesto tecnico, a basso ritmo, il maestro lavora ad un metro dall’allievo potendo vedere i minimi particolari del gesto, oltre ad essere un lavoro fondamentale per i piedi, molte volte non capito dai genitori, e molto valido anche per gli agonisti di seconda categoria, anche con palle mid.
Non sono spariti i lavori tecnici sui colpi al cesto, anzi nelle scuole tennis sono fondamentali, con le zone e i bersagli, sempre motivanti, e allenanti per i bambini/ragazzi, soprattutto quando si colpisce un barattolo in lata o un birillo, magari rilevando le percentuali, l’importante è che si dedichi tanto tempo alle situazioni aperte, appena gli allievi sono in gradi di tenere 6-8 scambi con buona padronanza di controllo, e qualità di palla. Una delle cose che può sembrare più semplici, ma non è così, è il palleggio al centro, se andiamo a vedere due Under 12, ma anche a livello Under 14, possiamo notare che giocando al centro, difficilmente hanno buon controllo di palla, posizionandosi per tempo e indirizzando la palla sempre nella stessa zona, si vedranno palle alte, basse, lunghe, corte, a destra e sinistra, a testimoniare che non sono ancora in grado si svolgere un lavoro fondamentale per la crescita, non potendo così arrivare ad aumentare le intensità.

Anche le programmazioni agonistiche sono cambiate, negli anni 70-80 esistevano meno tornei, in Italia 4-5 tornei osservati giovanili, i tornei interni, o le amichevoli fra scuole tennis, i migliori riuscivano a giocare 6-8 tornei all’anno. Basta pensare che da quando Tennis Europe ha ideato il circuito Junior, nel 1990, ogni anno un Under 12 può avere a disposizione più di 100 tornei in giro per l’Europa, e più di 200 per gli Under 14, più tutta l’attività nazionale o regionale, con uno, due, o tre tornei ogni settimana, un allievo di questa età arriva a giocare tra le 50 e le 65 partite di singolo, come in tutte le nazioni, un numero di tornei e partite importanti per la crescita agonistica, come riportato anche dalle tabelle, e dall’esperienza degli attuali Pro, ricordandoci che le partite non sono il fine ma il mezzo per la crescita.



del ruolo del maestro, analizzeremo con l’esperto “ Jambo” i telai di Fabio Fognini.
25.02.2017
di Bubu Melis
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